Guayaki (Paraguay)
PARAGUAY:
LA RAGAZZA CHE VIOLÒ
LA REGOLA DELLA DISCREZIONE
LA REGOLA DELLA DISCREZIONE
I Guayaki del
Paraguay proteggevano la loro vita erotica con la stessa discrezione che
caratterizzava le loro abitudini igieniche. Se volevano fare l’amore durante il
giorno, erano costretti a svignarsela nella foresta. Può capitare, così, che un
uomo si allontani improvvisamente con un aria di falsa indifferenza che la dice
lunga; dopo qualche istante, una donna si alza e si avvia nella stessa
direzione: hanno un appuntamento. Normalmente vengono scelte le ore più calde
del pomeriggio, quando tutti dormono: ma ci sono i kybuchu di notte, non ci si
avventura mai nella foresta; l’oscurità è troppo pericolosa, piena com’è di
spiriti, di anime, di fantasmi. Si resta nel tapy. Ma io personalmente non ho
mai sentito il minimo sospiro di abbandono, pur dormendo spesso nel bel mezzo
dell’accampamento: sembra che la cosa venga sbrigata molto rapidamente.
Tuttavia,
Kybwyragi raccontava che una volta, da piccolo, si era svegliato in piena notte
e aveva visto i suoi genitori fare all’amore: "Una paura terribile",
aggiungeva. Non è raro invece vedere le giovani coppie accarezzarsi: niente di
troppo spinto, comunque. Può accadere, per esempio, che il marito sfreghi di
tanto in tanto la sua guancia contro il viso della moglie, ma senza
abbracciarla, gli aché ignorano il bacio: poi tutti e due si mettono a tubare,
mormorandosi paroline dolci.
Meno frequenti sono
i palpamenti in punti precisi del corpo. Una giovane donna, seduta sulle gambe
ripiegate, sta fabbricando una corda d’arco arrotolando alcune fibre sulla
coscia; accanto a lei il marito sonnecchia; con un occhio solo, evidentemente,
perché d’improvviso tuffa la mano dove si può immaginare. La donna caccia un
grido di sorpresa, ma chiaramente non è dispiaciuta. Ogni volta che lui torna
alla carica lei scoppia a ridere. Giocano così per un po', poi ciascuno
riprende le proprie occupazioni: nessuna traccia di eccitazione è più visibile.
D’altronde, in un
anno circa di permanenza in questo gruppo etnico, in cui entrambi i sessi
praticano la nudità completa, non ho mai visto un’erezione. Tutto sommato non
ho riportato l’impressione che i guayaki, malgrado il piacere evidente nel
praticare sesso, fossero dei cultori particolarmente raffinati dell’eros,
tranne forse uno o due uomini, tra gli Stranieri. Ma essi dovevano di sicuro
condurre i loro esperimenti a titolo strettamente personale; infatti, tutti parlavano
con divertito stupore di un giovane marito che incoraggiava la moglie a
praticare su di lui la fellatio: una prova evidente che questa abitudine era
estranea agli altri.
Tra le rare
giovani della tribù, ve ne era una di circa quindici anni, molto attraente, che
non celava affatto la sua simpatia per gli uomini. Questi, dal canto loro, non
si poteva dire certo che la trascurassero ("a questa ragazza", si
diceva, piace parecchio dare il suo buco"), ma lei sembrava insaziabile e
non mancava mai di far capire a chi di dovere le proprie intenzioni.
Quando non aveva
alcun betagi a portata di mano, si dedicava, con le ragazze della sua età, a
giochi che le facevano ridere pazzamente: si fa finta di raccontare una storia,
si distrae l’attenzione dell’altra e, rapidamente, le si tocca il sesso.
Quest’ultima, sorpresa e forse compiaciuta, lancia piccoli strilli acuti, poi
cerca di rendere la pariglia. Ma, ovviamente, un uomo è un’altra cosa.
Un caldo
pomeriggio in cui tutti i presenti facevano la siesta, questa ragazza libertina
errava oziosa per l’accampamento; sembrava di pessimo umore, senza dubbio
perché non riusciva a trovare hic et nunc ciò di cui aveva bisogno. Ma ecco che
adocchia Bykygi; disteso sul ventre, quest’ultimo sta dormendo, con la testa
tra le braccia. Senza tanti complimenti, la ragazza si avvicina, si sdraia su
di lui e, con molta naturalezza, comincia a bombardargli le natiche con
vigorosi colpi d’anca, come se volesse sodomizzarlo. Il malcapitato, strappato
alla siesta in modo così energico, caccia grugniti di spavento. Ma lei non se
ne cura e lo inchioda al suolo imprigionandolo tra le gambe. Poi, velocemente
gli infila una mano sotto il ventre cercando di afferrargli il pene.
Adesso si
rotolano tutti e due per terra, uno sopra l’altro, lei silenziosa e ostinata,
lui che grida, ma non troppo forte: "Poko erne! Poko eme! Non toccare! Non
toccare!". Ma senza risultato, perché proprio di questo lei ha voglia. E
riesce a ottenerlo. Ben presto le proteste della vittima cessano del tutto; non
passa molto e se ne vanno tutti e due un po’ più lontano, al riparo da sguardi
indiscreti. La ragazza sapeva bene ciò che voleva, e l’ha trovato...
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